Efficientamento energetico e qualità dell’aria

Efficientamento energetico e qualità dell’aria

La fonte dell’inquinamento non è solamente lo smog. Anche il modo in cui riscaldiamo le nostre case influisce sull'ambiente.



 

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Efficientamento energetico e qualità dell’aria

Da alcuni anni vengono promosse campagne e soluzioni per risparmiare energia e inquinare meno l’ambiente. Nel nostro Paese però si evidenzia ancora una situazione piuttosto critica per quanto riguarda la qualità dell’aria, e non si tratta solamente delle aree del nord, il bacino padano Torino-Venezia ma anche l’area metropolitana di Roma e Napoli e perfino la costa sud est della Sicilia, interessata dalle emissioni del vulcano Etna. La situazione dicevamo è ancora critica, nonostante le misure che sono state adottate: nuove tecnologie che consentono di risparmiare energia, incentivi per l’efficientamento, regolamentazioni, carburanti più verdi.

 

Inizia dalla tua casa

La fonte dell’inquinamento non è solamente lo smog. Certo, il grande traffico nelle nostre città è un problema, ma anche il modo in cui riscaldiamo le nostre case genera importanti ripercussioni sull’ambiente. Pensate alle case costruite in passato dai soffitti alti e dalle grandi metrature: si tratta di case che richiedono grande energia per riscaldarle. Il risultato è che i termosifoni rimangono accesi per lungo tempo o si utilizza il riscaldamento a biomasse legnose. Questo tipo di riscaldamento è, purtroppo, una grande fonte di inquinamento e viene utilizzato come biocombustibile per alimentare caldaie stufe, camini e altri apparecchi domestici.
Inquinare meno è sempre possibile, e dobbiamo cominciare a farlo a partire da casa nostra, ad esempio optando per una soluzione di isolamento termico delle pareti o dei sottotetti.
L’esempio che citavamo in precedenza, cioè le case costruite fino agli anni ’70 presentano spesso intercapedini dei muri vuote, le quali generano spifferi e freddo. Tenere accesi i termosifoni tutto il giorno non è necessario se si interviene proprio su queste intercapedini con l’insufflaggio al loro interno di fibra di cellulosa. Questo è il metodo con cui noi di ISOLARE lavoriamo da più di trent’anni, e consente contemporaneamente di risparmiare energia e ridurre le emissioni inquinanti, perché sarà necessario un minore utilizzo del riscaldamento in casa (in inverno con un intervento di isolamento si guadagnano 3° in più).

 

Un decalogo anti inquinamento

Per ridurre l’inquinamento e migliorare la qualità dell’aria nelle nostre città, sono state elaborate 10 proposte antismog, che comprendono anche l’efficientamento energetico.
Le idee sono state pensate dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, assieme ad Enea e FS. Vediamole assieme.

1. Rinnovare la governance migliorando l’integrazione e centralizzando alcune responsabilità per incidere sulle politiche nazionali dei trasporti, sull’energia, sull’edilizia e individuare misure strutturali ed eccezionali valide su tutto il territorio nazionale.

2. Fino ad oggi l’orientamento ambientale è stato quello di puntare a ridurre le emissioni di gas serra, anche a scapito della qualità dell’aria (è stato promosso l’uso dei veicoli diesel o l’impiego di combustibili legnosi in impianti inefficienti). La realtà è che la combustione energetica è il principale responsabile dell’inquinamento atmosferico. Per questo motivo le politiche energetiche dovranno includere una valutazione degli impatti non solo sulla CO2 ma anche sui principali inquinanti atmosferici.

3. Necessario passare da un approccio “riparatore” ad un approccio preventivo all’emergenza, intervenendo prima che vengano raggiunti livelli di inquinamento critico. Disponiamo oggi degli strumenti per poterlo fare ma dobbiamo puntare ancora di più su ricerca e conoscenza.

4. A livello di inquinamento delle autovetture sarà necessario: scoraggiare l’uso di più autovetture, con low emission zone, aree pedonali e ciclabili, limitazione alla sosta e sviluppare la mobilità condivisa (trasporto su ferro, bike sharing, car sharing, integrazione con il trasporto pubblico, etc.).

5. Bisognerà liberare ingenti investimenti pubblici in favore del trasporto rapido di massa, delle infrastrutture ciclo-pedonali, di sistemi di logistica intelligente.

6. servono nuovi strumenti fiscali, economici, regolatori per ridurre velocemente il numero dei veicoli diesel (le politiche precedenti non hanno funzionato, come risultato dall’affare dieselgate) e benzina. Bisogna puntare su veicoli ibridi plug-in, full-electric e a gas (in particolare su trasporto navale e merci).

7. Come dicevamo in precedenza, l’energia che usiamo nelle nostre case è il primo responsabile dell’inquinamento da particolato atmosferico. Negli ultimi anni non c’è stato un grande miglioramento in termini di efficienza energetica delle abitazioni: necessario attuare sistemi di finanziamento innovativi che promuovano interventi di rinnovamento delle abitazioni per consentire un minore impiego di energia (ridurre i consumi del 60%-80%).  

8. Le biomasse legnose sono uno dei responsabili dell’inquinamento da particolato atmosferico delle città, nonostante diano un buon contributo in termini di riduzione delle emissioni di CO2. Bisognerà stabilire delle linee guida nazionali che diano indicazioni sull’utilizzo delle biomasse.  

9. Ridurre l’inquinamento da parte dell’agricoltura, che produce ammoniaca, un precursore del particolato atmosferico. L’agricoltura è responsabile del 96% delle emissioni di questo inquinante (da fertilizzanti e allevamenti). Il comparto agricolo deve quindi promuovere nuovi interventi volti a ridurre l’azoto in eccesso nei terreni (ad esempio con agricoltura di precisione e copertura dei suoli), a mitigare l’impatto degli allevamenti (ad esempio attraverso mangimi speciali e la produzione di biometano) e a sviluppare l’agricoltura biologica meno impattante.

10. Ridurre ulteriormente l’inquinamento da parte dell’industria. Come farlo? Adottando per i grandi impianti (come impianti petrolchimici, cementifici, centrali elettriche, etc.) i limiti più stringenti previsti per le migliori tecnologie disponibili (le c.d. BAT), definendo nuovi limiti alle emissioni e istituendo un inventario delle emissioni per i piccoli impianti, promuovendo l’elettrificazione e l’utilizzo di combustibili a basso impatto ambientale in impianti ad altissima efficienza.

 

 

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